La Festa di Santa Rosalia

La Festa di Santa Rosalia

Il Festino di Santa Rosalia (u fistinu in siciliano) è un mix di folklore e religione che trova il suo culmine nei tradizionali fuochi d’artificio. Autentico scrigno di tradizioni, il Festino di Santa Rosalia, patrona di Palermo è un evento che attira in città decine di migliaia di turisti.

Si svolge il 15 di luglio ed è una delle celebrazioni religiose riconosciuta come patrimonio immateriale d’Italia. La Festa liturgica invece si svolge il 4 di settembre e si festeggia al Santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino sopra la città di Palermo, dove la Santa morì nel 1170 all'interno della grotta.

Nell'anno 1624 il viceré di Sicilia, Emanuele Filippo di Savoia fece entrare nel porto cittadino un vascello proveniente da Tunisi e sospetto di peste, contenente innumerevoli doni, ricchi e preziosi, e schiavi cristiani liberati. Il morbo si diffuse così tra i topi, nei mercati, nelle aree periferiche ed infine nel centro cittadino. La popolazione, martoriata dalla peste, continuava ad ammalarsi e a morire e si affidava invano alle sante protettrici della città e dei quattro mandamenti cittadini: Sant'Agata, Santa Cristina, Sant’Oliva e Santa Ninfa. 

Rosalia salvò la città dalla peste e ne divenne la patrona, spodestando le sante precedenti. Secondo la leggenda apparve infatti in sogno ad un cacciatore indicandogli dove avrebbe potuto trovare i suoi resti, che portati in processione in città fermarono l'epidemia.

Il culto della santa è tuttavia attestato da documenti a partire dal 1196 ed era diffuso già nel XIII secolo. Santa Rosalia o Rosalia Sinibaldi (1130-1156), secondo la tradizione, appartenne alla nobile famiglia dei Sinibaldi e fu vergine palermitana del XII secolo, figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina. Visse alla corte di re Ruggero prima di ritirarsi come Eremita in una grotta sul monte Pellegrino, dove morì. 

U Fistinu,  inizia il 10 di luglio e si protrae per cinque giorni. Oggi i primi tre giorni della festa sono di preparazione al grande corteo del giorno 14 che precede la sfilata del Carro trionfale e che si conclude alla marina con il celebre spettacolo dei giochi di artificio. Il festino termina giorno 15 con la solenne processione delle reliquie della Santa, contenute all'interno dell'Urna argentea.

In Santa Rosalia e nella sua festa i Palermitani trovano una ragione ed una occasione di identità collettiva ben sintetizzato nel grido “Viva Palermo e Santa Rosalia”. Le identità di questa festa sono il carro allegorico, la processione, oltre i fuochi pirotecnici e il famoso cibo da strada. 
il primo grande carro è del 1686, metafora del trionfo della santa, diventa ben presto il centro della celebrazione, assume subito dimensioni notevoli ed è stato più volte sostituito, nella ricerca di effetti scenografici sempre più solenni. Nel 1701 assunse per la prima volta la forma di vascello,
idea ripresa anche in tempi moderni. Durante il periodo borbonico, fino al 1860 si mantenne a lungo il carro settecentesco che mostrava l'opulenza della corte. 

La notte del 14 luglio  festeggiamenti artistico-popolari giungono all'apice: una grande "processione popolare", partendo dalla Cattedrale procede lungo l'antico asse viario del Cassaro fino al mare, passando attraverso porta Felice, secondo un itinerario ideale dalla morte (la peste) alla vita (la luce dei fuochi d'artificio in riva al mare). Tra musiche, canti e varie coreografie vien trainato un carro grande trionfale (a forma di barca), nuovo di anno in anno, con al di sopra una statua della santa, anch'essa sempre nuova di anno in anno.

Ai Quattro Canti vi è un momento in cui, tradizionalmente, il sindaco in carica depone dei fiori ai piedi della statua della Santa gridando "Viva Palermo e Santa Rosalia!" e poi vi è il momento alla Marina (zona del Foro), dove ha luogo un grande spettacolo pirotecnico. Partecipare al Festino di Santa Rosalia è un vero e proprio rituale, che segue le sue regole. Un momento di gioia condivisa, di partecipazione e coloratissima confusione. Le strade del centro storico, soprattutto l’asse di corso Vittorio Emanuele, diventano un lungo tappeto di gente di tutte le età. Ci sono gli adulti, ma ci sono anche i bambini, tutti con il naso all’insù per non perdere neanche un secondo di questa tradizione.

Come da tradizione, non possono mancare alcuni piatti che vanno mangiati rigorosamente lungo il percorso della grande parata o al Foro Italico, in una delle tantissime postazioni allestite con tavolini e sedie. Iniziamo dai “Babbaluci" le lumache, che vengono preparate ad arte nella zona di piazza Kalsa. Preparate con tanto aglio e prezzemolo, si consumano rumorosamente (e come altrimenti?): probabilmente non incontrano il gusto di tutti, ma piacciono davvero a tanti! Un altro cibo tipico del Festino di Santa Rosalia è "u purpu vuggiutu", cioè il polpo bollito. A Palermo, così come in altre parti della Sicilia, il polpo bollito è un cibo di strada, da consumare tagliato a tocchetti per uno spuntino o un pasto veloce. Ancora, non può mancare "u sfinciuni", cioè lo sfincione Il re del cibo di strada palermitano viene preparato secondo la tradizione, alto e spugnoso. Tra una portata e l’altra si può addentare una bella pollanca, cioè la pannocchia bollita in grandi pentoloni, un perfetto cibo da passeggio.

Per ingannare il tempo o nelle pause, invece, si mangia “u scacciu", cioè un misto di semi di zucca salati, arachidi col guscio e ceci tostati. Venduto da grandi e colorate bancarelle, è un cibo della tradizione, come la frutta secca in generale, se tostata ancora meglio! (https://www.emporiosicilia.it/prodotto/mandorle-tostate-panepinto/)

Il tutto va annaffiato da una birra “atturrunata”, cioè gelata (https://www.emporiosicilia.it/prodotto/golden-ale-kimiya/)

Per concludere in dolcezza, c’è tanto mulini agghiacciato, cioè l’anguria bella fredda, un bel gelato ai gusti di scorzonera (granita di gelsomino) e cannella.

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