Non chiamatela pizza siciliana! Un impasto ricco e fragrante, una mollica morbida e un condimento delizioso: di cosa parliamo? Ma del fantastico sfincione siciliano!
Spesso accostato alla pizza per la somiglianza, questo tipo di focaccia non ha in realtà nulla della classica pizza napoletana bassa e umida: sapido e croccante, lo sfincione è un prodotto tipico dell'isola, in particolare della zona di Palermo e di Bagheria, dove viene venduto come un popolarissimo street food da leccarsi i baffi. Nel palermitano in particolare non è difficile imbattersi in uno dei carrettini che “abbanniano” ovvero richiamano a gran voce i passanti per il centro storico o nei vivaci mercati per far loro gustare il proprio sfincione.
Con una tecnica di impasto non molto differente da quella della focaccia, in realtà questa ricetta, di solito tipica delle feste natalizie, non è assolutamente più difficile o meno gustosa di quella di una bella pizza fatta in casa. Un errore tipico di un neofita della cucina dell'isola è però confondere i due piatti: un siciliano doc potrebbe obiettare che a parte lievito, teglia, farina, tra le due ricette non c'è nulla in comune!
Tradizionalmente con un condimento a base di pomodoro, caciocavallo e pangrattato, ha una variante bianca tipica nella zona di Bagheria e come quasi tutte le ricette regionali, in realtà numerose varianti locali diverse. Conosciamo meglio questo piatto e, perché no, proviamo a cimentarci in uno squisito sfincione fatto in casa!
Come nasce lo sfincione siciliano? Facciamo un passo indietro nella storia di questa delizia: chi l'ha inventata? Come tutte le ricette tradizionali, la sua origine si perde nella notte dei tempi. Lo sfincione sembrerebbe però nato a Palermo, dentro il monastero di San Vito, in un’area compresa tra il mercato del Capo, via Cappuccini e piazza Indipendenza. Le suore del monastero avrebbero creato la gustosa pasta spugnosa come un pane più goloso, per festeggiare il Natale. Da quel momento in poi lo sfincione, con il suo condimento di ingredienti "poveri" fatto di cipolla, caciocavallo e origano, è diventato protagonista del pranzo degli agricoltori, che potevano disporre solo di umile pasta lievitata.
Il termine "sfincione" è poi un nome parlante: secondo alcuni deriverebbe dal latino spongia, ovvero spugna per l'impasto molto morbido e spugnoso. E ora che lo conosciamo meglio, proviamo a prepararlo!